L'ANTICO ENCAUSTO


La pittura ad encausto è una tecnica molto antica, i pigmenti naturali mescolati alla cera d'api vengono fissati a fuoco con appositi strumenti metallici, chiamati " cauteri ".
Il nome "encausto " deriva dal greco " encaien " che significa, infatti, " bruciare " ed indica la caratteristica fondamentale di questa tecnica, il " riscaldamento " che subiscono i colori nell'applicazione.
La letteratura sull'encausto nell'antichità è altrettanto copiosa quanto discorde, riconoscendo e negando volta a volta la tecnica ad e. nella sua generalità di determinati ambienti per lo più geograficamente o topograficamente delimitati, come ad esempio Pompei o il Fayyum. La tecnica dell'encausto è descritta da Plinio nel libro " Natural Historia ": ...Si sa che nell'antichità vi furono due maniere di dipingere ad encausto, con cera e con spatola su avorio. Le due tecniche durarono sole, sino a che si cominciarono a dipingere le navi da guerra. Questo fu il terzo sistema, per cui si discioglie la cera al fuoco e si sparge col pennello; pittura che nelle navi resiste al sole, alla salsedine e ai venti."
Nello stesso libro Plinio pur dicendo di non sapere chi fosse stato il primo a dipingere ad encausto, fa una preziosa distinzione fra " dipingere a cera ed encausticare una pittura ".Questa encausticatura di un dipinto è ricordata anche da Vitruvio :..." si spalmi sulla parete, quando è asciutta , della cera punica liquefatta al fuoco e stemperata con un poco d'olio; poi la si levighi con uno scaldino pieno di brace in modo da uguagliare la superficie e far penetrare la cera; infine sulla superficie si strofini una candela e si sfreghi con un panno pulito con il normale procedimento per la " ganosis "( procedimento per lucidare i marmi ).
La critica ha voluto vedere molto spesso tecniche ad encausto in dipinti murali, specie pompeiani, ma bisogna precisare che le analisi non hanno dimostrato la presenza di cera nell'impasto dei colori, bensì si è ritrovatala cera in superficie a mo' di vernice per rendere lucido e per proteggere il dipinto.
Nell'antica Grecia, pare che Lisippo e Prassitele usassero encusticare le loro opere, davano la "ganosis". D'altra parte il particolare trattamento che gli antichi imponevano alla cera vergine, con le successive bolliture nell'acqua di mare addizionata di nitro, con cui trasformavano la cera vergine in "cera punica" ne aumentava il punto di fusione e la rendeva adatta alle esigenze della pittura e della encausticatura
La tecnica ad e. è largamente documentata anche in Egitto ove le piene del Nilo sottoponevano gli oggetti alle sollecitazioni di vigorose alternanze del grado di umidità, la cera, resistente alle intemperie e alla salsedine conferiva resistenza.
Veri encausti sono alcuni ritratti del Fayyum, dipinti a scopo funerario, che il clima egiziano ci ha conservato, sono dipinti a pennello o a spatola, su tela o su legno di sicomoro, dalla fine del I a tutto il IV sec. d.C.
La conoscenza dell'encausto si perse nel Medioevo poi, nell'età moderna, la scoperta della pittura di Pompei e la descrizione latina di Plinio hanno invogliato alcuni artisti a tentare di rinnovare la tecnica, ma il complicato procedimentoche rende l'encausto di difficile e lenta esecuzione ha fatto in modo che questa tecnica fosse scarsamente usata.


Sperimentare questa tecnica è stata per me una scoperta entusiasmante, anche se alquanto impegnativa, ma, come al solito, è nella difficoltà che io ritrovo sempre quel desiderio di mettermi in gioco, di apprendere, di sperimentare perchè è proprio la "ricerca" che mi affascina sempre: il calore, il fuoco, l'odore della cera che impregna ogni cosa,(anche la tua persona) il gesto lento che accompagna la sua fusione contrapposto all'uso che deve essere immediato...ha un valore quasi alchemico.

FLEGETONTE - encausto- fusione di cera d'api e pigmenti(80x140)cm.


2023 RESISTE (80x80)cm.

 


OPERA SECONDA CLASSIFICATA PER LA SEZIONE ARTEvisiva


PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA LETTERATURA ARTEvisuale

Isola d’Elba

 Ascoltando i silenzi del mare, VI Edizione 2023

 

 

 RESISTE

 

Scintille e crepitii

riempiono l’AERE….

 

Nell’antro BUIO

tuonano forti

i colpi di martello.

 

S’arrossa un poco

il pezzo

e non si piega,

 

la sua materia

è forte,

la sua ANIMA

tenace.

 

Fedele

al Tocco Primordiale

del suo Artefice

RESISTE

 

2024 LA PIUMA E IL VETRINO

2024 LA PICCOLA ORCHIDEA BIANCA

2024 I SEMI

OPERE PRESENTATE A "IN CAMMINO CON L'ARTE" presso il Santuario  Santa Maria delle Grazie, a cura di LeoGalleries, donate per le attività caritatevoli svolte dai Frati francescani. Tema della Mostra "INFINITAMENTE PICCOLO"

Queste piccole tre opere recano in sè una parte di me, del mio "viaggio", su questa Terra, alla disperata ricerca di "bellezza" in una società contrassegnata dal materialismo più bieco, ove l'anima a volte smarrisce la Via.

2024 LA TORRETTA DEL PARCO DI MONZA (30x30)cm.

2024 IL DUOMO DI MONZA

2024 LA VILLA REALE DI MONZA

2024 L'ARENGARIO DI MONZA

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